Monastero San DanieleBREVE CARRELLATA STORICA Il Monastero passò poi ai Canonici Regolari del SS. Salvatore di Venezia, religiosi che seguivano la Regola di S. Agostino.
Il 12 settembre 1771 un provvedimento della Repubblica Veneta interveniva a limitare il numero dei monasteri nel suo territorio. Con tale decreto fu soppresso anche il Monastero San Daniele e tutti i beni incamerati furono messi all'asta.
Con la seconda guerra mondiale, la famiglia Bonomi Todeschini subì un tracollo; la Villa–Castello venne occupata temporaneamente dai militari tedeschi, poi divenne proprietà della famiglia Pescarin di Montagnana - Padova. Dalla Città di Fiume al Dolce Colle Aponense Le Monache Benedettine non avevano più né monastero né lavoro né pane; furono quindi costrette ad abbandonare il loro nuovo bel Monastero, costruito tra il 1914 e il 1918, e cercare una soluzione alternativa. La Madre Benedicta Cristofoli († 16/2/1970), incaricata dall'anziana abbadessa, M. Benedicta Stehle († 9/2/1950), venne nel Veneto e, con l'aiuto di Don Ambrogio Bizzarri dell'Abbazia di Praglia, ottenne di entrare in questo Monastero di San Daniele. Il 24 maggio 1948 ella ricevette le chiavi da Don Adalberto Salvadori, priore di Praglia, che celebrò la prima S. Messa della Chiesa di San Daniele. La Comunità, rimasta in attesa a Fiume, ebbe la prospettiva di approdare presto alla Villa-Castello di San Daniele per ricomporsi e riprendere la regolare vita monastica. Così ebbe inizio il IV periodo del Monastero: fondato per i monaci, diviene casa di preghiera per le monache, che seguono la Regola di San Benedetto. E' l'anno 1948. Inizia una vita nuova Si provvide alla manutenzione degli antichi immobili, impresa difficile cui dedicò tutta se stessa M. Benedicta Cristofoli, coadiuvata da Sr. Walburga Tertan: collaborarono con incrollabile fiducia nella Provvidenza, di cui sperimentarono gli interventi e poterono constatare, assieme a tutte le consorelle e i conoscenti, che davvero: "Sul monte Dio provvede" (Gen 22,14 b). Con offerte spontanee o chieste in elemosina, con vari prestiti, sostegni finanziari, cantieri di lavoro, per i quali si prodigó con predilezione l'on. Luigi Gui. Le monache edificarono tra il 1959/1960 il Coro, il Capitolo, la Foresteria e gli altri locali indispensabili per la vita della Comunità. Il refettorio e l'ala "celle" furono completati nel 1965. Notevoli furono i danni provocati dal terremoto del Friuli: colonne e archi del chiostro, soffitto della sacrestia, l'ampio corridoio del primo piano e il tetto molto danneggiati furono restaurati negli anni 1976/79.
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